
Inciampi sugli sbagli
Che han commesso gli altri
Ma posso
Per una volta non sentirmi in colpa
O fuori luogo
Sbazzee, Caro tempo perso
Chi, almeno una volta nella vita, non si è sentito piccolo, insignificante di fronte a qualcosa o qualcuno, schiacciato dalle proprie insicurezze e da fuorvianti sensi di colpa?
C'è chi si sente così la maggior parte del tempo: un perenne pesce fuor d'acqua, che ha difficoltà ad andare oltre la propria insicurezza, oltre il proprio essere introverso e timido, timoroso di mostrarsi per ciò che si è senza alcuna remora e limite.
Sofia Bazzi, in arte Sbazzee, trova questa libertà nella musica.
Noi di MomentiDiversi ci abbiamo fatto due chiacchiere.

Ciao, Sbazzee. Presentati al pubblico di MomentiDiVersi! Tranquilla, va bene anche con una tazza di tè tra le mani!
Grazie mille XD. Ciao! Sono Sofia Bazzi, in arte Sbazzee, una cantautrice queer italo-libanese e scrivo canzoni per sopravvivere alla tristezza della Pianura Padana.
In che modo le tue due dimensioni, quella italiana e libanese, impattano sulla tua musica?
Cerco sempre di far vivere entrambe le parti dentro di me e quindi questa dicotomia risuona anche nella mia musica, sia con richiami vocali che strumentali.

I tuoi primi brani, Frame of water e My breath is fog, fanno parte di Frames (A-side) del 2021 e sono in inglese. Perché questa scelta linguistica?
Perché ascoltando molta musica inglese era più semplice esprimere le proprie emozioni e pensieri in una lingua straniera e in qualche modo più distaccata e non accessibile a tutti/e, per sentirmi più “protetta” nel mio mondo.


Nel 2023 i tuoi primi singoli in italiano, Ricordi (?) e Ascensore. Il cambio di linguaggio corrisponde ad un cambiamento a livello artistico nel senso di sperimentazione di altri generi oppure sei rimasta fedele alle sonorità dei tuoi primi lavori?
Con i singoli in italiano è uscita la parte artistica più matura e vera. Mi sento di aver portato un contributo personale maggiore nei testi e si è aperta una nuova sfera espressiva anche nelle produzioni.

Grazie al brano Sola vinci il premio Musa Factory, etichetta nata dalla fusione della MK Records e Musica contro le mafie, associazione che da diversi anni organizza contest con la partecipazione di brani d'autore a sfondo sociale. Tra i vari contest spicca Music for Change, che ti ha visto finalista nel 2023. Inoltre hai raggiunto la fase finale del Premio Bindi 2024, classificandoti tra gli otto finalisti. Insomma, sembrerà anche una domanda banale ma in questo caso mi piace esserlo: com'è stato vivere queste esperienze e in che modo ti hanno formata artisticamente e personalmente?
Con il percorso di Musica contro le mafie ho vissuto la mia prima residenza artistica a Cosenza ed è stata l’esperienza musicalmente più bella che ho fatto, in entrambi i contest ho avuto il piacere di conoscere alcuni artisti e persone del settore affermati, ma anche di aver stretto delle amicizie bellissime con artisti emergenti come me. Dalla vincita del Premio Musa Factory è nata una collaborazione che tuttora è in corso e il loro team mi sta supportando nella realizzazione dell’album in uscita il 10 gennaio.

In questa parte dell'intervista vorrei concentrarmi sui tuoi ultimi due singoli: Fiori vivi e Caro tempo perso.
"Regalami dei fiori solo se han le radici e posso nutrire la vita che c'è in loro. Pensami solo se realistico". Fiori vivi è un inno all'amore vero, all'amore dettato dall'affetto sincero e non dalla convenienza. Forse al giorno d'oggi mai è qualcosa di raro da trovare, è un po' un amore di altri tempi.
Il mondo del dating di oggigiorno è disumanizzante, risulta davvero difficile trovare un’intimità con qualcuno. Il brano descrive un amore “di altri tempi” non perché non sappiamo più amare, ma perché ora è più difficile.
E tu come lo immagini un mondo con soli fiori con le radici, ovvero soltanto con persone disposte a mettersi in discussione e ad investire il proprio tempo in rapporti duraturi? Ma soprattutto, secondo te questo mondo può esistere davvero o è solo un'utopia?
Sarebbe un mondo accogliente e pieno di persone emotivamente disponibili, però ovviamente utopico per il fatto che, con tutte le vicissitudini, è impossibile avere costantemente un focus sull’altro, abbiamo bisogno di rinchiuderci nella nostra sfera di solitudine ogni tanto. Per non parlare del fatto che spesso le persone non sono in grado di mettersi in gioco in relazioni a causa di un passato traumatico che le rende diffidenti. Preciso che sono dell’idea che il concetto di relazione è molto fluido, non la sto intendendo come relazione affettiva monogama.

Il tempo è un tema presente nella tua ultima canzone, Caro tempo perso. Quale tema più attuale, dai mille significati: dal tempo perso con le frivolezze materiali (i social, ad esempio) al tempo perso a rimuginare "pensando e ripensando alle cose che ho detto e che avrei potuto dire (...) E tu, con me, inciampi sugli sbagli che hanno commesso gli altri". È proprio questo rimuginio a logorare la mente, creando ansia: "Conto i secondi tra le tue domande e le mie risposte ma non me ne esce una giusta (...) ma posso per una volta non sentirmi in colpa o fuori luogo in ogni circostanza di socialità? Sei magliette di sudore solo per sentirmi dire: 《Sei simpatica》. (...) Ma posso per una volta non sentir mille voci addosso? (...) Vorrei dir qualcosa ma non son sicura".
Come si può ben dedurre le parti tra virgolette sono estratte dal tuo brano, che analizza molto bene l'ansia del perdere tempo e l'incapacità di controllarlo. Negli ultimi anni per fortuna si parla molto di ansia sociale, di attacchi d'ansia e di panico, anzi, forse come in tutte le cose, se ne sta anche abusando, molti si auto-diagnosticano determinate patologie/disturbi. Questo è sicuramente determinato dal fatto che sui social quest'argomento sia molto trattato, e voglio concentrarmi sul lato positivo di questo, ovvero il fatto che non sia più anormale condividere le proprie emozioni, belle e brutte, e soprattutto che non sia più strano che un giovane senta l'esigenza di andare da uno psicologo.
Tu come combatti le pressioni esterne, nella musica così come nella vita?
Bellissima analisi innanzitutto. Purtroppo c’è una spinta al contrario in questo, ovvero difficilmente ho avuto a che fare con persone accoglienti e di supporto, quindi ci è voluta tanta forza e voglia di migliorare per sentirmi quella versione di me che mi rappresenta nel profondo. Il mio modo di riuscirci, oltre ovviamente al percorso in terapia, è stato quello di forzare il più possibile la mia spontaneità: suona come un ossimoro, ma ha perfettamente senso. Impariamo a nascondere la parte più spontanea di noi per accontentare gli altri, quindi il movimento opposto è quello di mostrarci il più possibile, in tutta la nostra bellezza e realtà.

Il 10 gennaio 2025 è uscito "Olio Essenziale", il tuo primo concept album. Hai già in mente altri progetti/ contest a cui partecipare?
Il 10 gennaio finalmente esce il lavoro frutto di anni interi di sudore, qui si mescolano tantissime emozioni, storie, proteste e grida in un percorso di accettazione e liberazione del sé. C’è esattamente la mia sostanza essenziale.
Per il futuro imminente ci sono sicuramente tanti concerti, mentre progettualmente parlando stiamo già costruendo qualcosa di, secondo me, rivoluzionario, ma non dirò altro.
Grazie mille, Sbazzee!
Grazie mille a voi! Un abbraccio.
Intervista a cura di Adriana Cinardo
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