È nato tutto per gioco.
All’improvviso, una mattina, pensai “ho bisogno di un sito”. Avevo pubblicato il mio libro da tre giorni, ero alla disperata ricerca di qualcosa che potesse far appassionare, coinvolgere. Così iniziarono le videochiamate serali con Marco, Ciro e Giovanni, tre compagni di scuola e di giornalino scolastico, che pazientemente, dal nulla, hanno fatto nascere questo sito; tra le tante pagine, una si chiamava “Flussi di Coscienza”, ed era una pagina di blog.
“Qui ci puoi scrivere quello che ti pare”, mi dicevano.
Così ho iniziato a scrivere quello che mi pareva. D’altronde, io scrivevo molto.
Ero fatta così; scrivevo sui ritagli di carta dietro i quaderni di fisica, sulle pagine di diario dei compagni di classe, perfino sui bordi dei libri. Ero un fiume in piena. Scrivevo poesie, racconti, lamentele su come girava il mondo e come avrei tanto voluto migliorasse. Era la mia caratteristica. Era il mio io, quello lirico, che riguardava me e me soltanto.
Finché non ho pubblicato.
Finché non ho conosciuto altri che avevano pubblicato. E mi sono resa conto che io, in fondo, non era niente di speciale.
La mia poesia non era niente di speciale. La mia penna nemmeno. Per una chiusura inevitabile verso la quale tendeva il mondo in cui mi ero addentrata, ho sentito l’esigenza di trasformare l’editoria cui mi ero affidata in una scalata sociale, un mero prodotto. Mi sono illusa, per prima, che non mi sarei mai chiesta cosa avrei potuto fare per vendere il mio libro, per poi trovarmi davanti un irenemascia./com, pensato per me, fatto per me e per quella stupida domanda che il mercato mi aveva fatto credere valesse qualcosa.
Ma io non ero nata così: io ero nata Irene Mascia, senza un .com, quella che scriveva sui fogli dietro i quaderni.
Quella che regalava poesie alle persone perché le rendevano felici.
Ho cambiato dominio. Ho usato i soldi derivanti dal mio libro per dare al sito un aspetto dignitoso.
E dopo questo passaggio, ho iniziato a condividere il mio investimento con gli altri; condividendo le loro poesie, leggendo i loro libri, facendo loro presentazioni, interviste, tutto quello che il mercato ci aveva proposto di far diventare a pagamento, con valori variabili in base alla domanda d’acquisto.
Ma come può la poesia avere domanda d’acquisto?
Sono diventata Momenti DiVersi, attiva per la poesia. Attiva nel mio utopistico modo di ragionare, quello di una ventenne delusa dal mondo che la circonda; poco dopo la mia decisione, incontro l’associazione Poesie Metropolitane. Mi rendo conto che condivide le mie stesse idee. Capisco che, in un mare di novelli Giacomo Leopardi pronti a scrivere solo di sé, c’è anche chi usa la poesie per far bene agli altri.
E per cambiare il mondo.
Dario e Maria: si fa bene solo se insieme
Dopo sei mesi di lavoro in solitario, lancio un appello sui social: cerco collaboratori.
Un po’ per esigenza, perché diventa un lavoro vero e proprio; un po’ per arricchire il blog di voci anche diverse, che arrivino lì dove io non riesco.
E così rispondono due persone. Due ragazzi quasi della mia età.
Dario Amaltea, nato ad Eboli il 12/02/2004. In arte Es, sono uno studente del Liceo Classico Enrico Perito-Levi-Daniele, di cui frequento il Quarto anno. Collaboro con una casa editrice del luogo, Il Saggio editore, e lavoro da poco nel mondo cinematografico come aiuto-regia.
Dario è un ragazzo di 17 anni che ama l’arte. Non solo la poesia, ma proprio l’arte in generale; la apprezza in tutte le sue forme, sceglie di raccontarla in ogni sua sfaccettatura. Io non capisco granché oltre la poesia; lui, invece, sì. Lui può coadiuvare cose differenti, renderle un’unica rubrica, focalizzare un’unica emozione ed immaginare una linea che trascenda da ogni forma per indagare dietro il senso dell’assoluto.
Maria Romanelli è nata ad Arezzo il 24 ottobre 2001. Con il sogno di diventare interprete e di diventare scrittrice, ha frequentato un liceo linguistico. Tuttavia, l’ambiente ostile in cui si è ritrovata a trascorrere gli anni della propria adolescenza le ha fatto perdere la serenità e la fiducia in se stessa, destabilizzandola fisicamente e psicologicamente.
In seguito alla diagnosi di celiachia, Maria si è avvicinata al mondo dell’alimentazione, e per questo motivo ha deciso di intraprendere gli studi a Siena, frequentando la facoltà di Dietistica.
Sebbene i suoi studi siano proiettati verso l’ambito sanitario, Maria è impegnata nella promozione della libertà di pensiero ed espressione, e lotta contro ogni tipo di ingiustizia attraverso l’arte.
All’età di 13 anni ha pubblicato il suo primo romanzo intitolato “Gemelli Diversi: L’adolescenza vissuta da due differenti punti di vista”, tutt’oggi scrive racconti e poesie. Tra queste, la poesia“Condannati ad Essere Se Stessi” può essere letta proprio qui, sul blog Momenti DiVersi.
Maria ha vent’anni, uno più di me, vuol diventare dietista e scrittrice. Entrambe le cose la aiuteranno ad aiutare gli altri, ma anche a non perdere se stessa; una ragazza celiaca e con la testa piena di sogni. L’arte è uno dei suoi momenti, una delle sue vie per riuscire in ciò che fa.
È un’attivista letteraria che da subito mi ha colpito, è sembrata simile a me, ma con una forza nella voce senza eguali. La forza di chi non vuole perdere i suoi sogni.
Quasi mi commuovo se penso a loro, alla loro grinta, se credo di star condividendo il timone; perché scrivono bene, perché hanno punti di vista interessanti, sanno sempre cosa dire ed io mi fido. La cosa più bella?
Che non è finita qui. Che altri collaboratori stanno arrivando; una famiglia da me fondata si sta allargando in tal modo, il mio io ha smesso di abbindolarsi nei meandri della lirica ed è diventato qualcosa di diverso.
Qualcosa di più.
Come Dario e Maria mi hanno insegnato e vi insegneranno; insieme davvero siamo attivi per la poesia.
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