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MusiCatarsi: Uino, il bambino de “Le Stanze Dentro Ikea”

MusiCatarsi nasce da un’idea di Adriana Cinardo, con la collaborazione di Irene Mascia: dare spazio a musicisti emergenti che credono fermamente in ciò che fanno e nella loro arte, indipendentemente dal genere in cui si rivedono. A partire da un testo musicale, un autore si racconta e racconta la propria musica. Oggi siamo in compagnia di Jean Carlo Telus Di Genova, in arte Uino.



“Le Stanze Dentro Ikea” è un pezzo dalle tonalità leggere, ma con un testo incredibilmente profondo. È la storia di un figlio e di un padre che lo abbandona, la storia di un rifiuto velato dal perbenismo e dall’apparenza agli occhi indiscreti di chi non sa, non capisce che il centro non è per forza la famiglia, a volte è proprio quel bambino “perso tra le stanze dentro Ikea”. Quel bambino che non perdona… finché non commette anche lui errori. Non perdona finché suo padre non diventa esattamente quello che da bambino non ti aspettavi tuo padre fosse: un essere umano. Eppure, e lo sai solo in quel momento - lo è sempre stato.

Non potevamo che parlarne con lui.




Domanda di rito: parlaci di te, della tua passione per la musica, di ciò che fai e che vuoi fare con la tua arte.


La mia interazione con la musica nasce da bambino, quando per caso ascoltai una cassetta dallo stereo di mia madre, Com’è profondo il mare, Anna e Marco, Tango... iniziarono a risuonare nella stanza, ero affascinato dai suoni e i versi di Lucio Dalla.

Qualche anno dopo rimasi colpito dalle sonorità del Punk Rock Californiano, così il mio stile di composizione divenne un ibrido tra generi molti diversi tra loro evolvendo negli anni verso lo stile indie che distingue il mio progetto.


Qual è l’obiettivo della tua scrittura? Credi nella musica come catarsi collettiva o personale?


Scrivo canzoni per ridere, a volte per piangere, ma soprattutto per condividere uno stato d’animo e per trasmettere sensazioni profonde; sono convinto che la vita riveli il suo pieno splendore nelle piccole cose, nei pensieri fugaci e nei gesti più semplici, cerco sempre di rendere la mia musica un puro catalizzatore di emozioni.


“Le stanze dentro Ikea” è un pezzo che unisce stili diversi ma che si caratterizza per un testo sublime ed emozionante. Te la senti di raccontarci le ispirazioni e il processo di composizione di questo pezzo?


Come spesso accade dietro ogni canzone si cela una storia reale, una realtà che oggi giorno è molto comune in molte famiglie, dove genitori vittime delle proprie debolezze tendono a trascurare i figli ignorando la dura realtà: che quei momenti non torneranno mai più indietro.


Una curiosità: perché proprio le stanze dell’Ikea?


Come in moltissime situazione famigliari non ho avuto un infanzia felice, la mia in particolare e stata caratterizzata da un papà alcolista e una mamma che doveva farsi in due per tirare avanti quella che in qualche modo chiamavamo famiglia, le mie emozioni erano spesso soppresse e col tempo la musica è diventata la mia valvola di sfogo; col crescere ho commesso anche molti sbagli cominciando così a comprendere le dinamiche a cui avevo assistito da piccolo e giungendo alla consapevolezza che siamo semplicemente esseri umani, e non possiamo delegare le nostre emozioni alle azioni che riceviamo da parte degli altri ma a quelle che scegliamo di fare per noi stessi. Così mi sono rivisto in quelle "case finte" costruite nei corridoi della nota multinazionale Svedese, e immaginarmi bambino e smarrito in quelle condizioni surreali mi ha dato modo di comprendere tali emozioni e renderle in canzone.


Per concludere: un buon motivo per ascoltarti e continuare a seguirti su tutti i social.


Ascoltatemi per la mia sincerità, per il mio essere semplice e mai banale, ma soprattutto perché quelle che racconto sono storie agrodolci dove ognuno e ognuna a modo suo può rispecchiarsi, sentirsi coinvolto o addirittura ritrovarsi protagonista sopra questo palcoscenico collettivo che chiamiamo vita.


Grazie e con tutti i migliori auspici per il tuo futuro! Che sia radioso.


Grazie a voi e a presto!!!


 

ascolta il brano cliccando sull’immagine





 


LE STANZE DENTRO IKEA


E mi sento un po’ straniero

Uno stronzo quando bevo

Oggi pescara sembra dublino

 

E nell’aria c’è l’odore

Ed il sale distrazione

E nel vento il sapore del vino

 

E mi perdo tra le case costruite dentro ikea

Ripensando a lei e a quell’odore di cera

Tra le stanze c’è una madre e un figlio

E a suo padre, lui, non parla

Perché è solo e forse ha già bevuto.

 

E mi sento piu leggero

Tra la nebbia e il (?)

Tra l antidoto e il veleno

 

E nell’aria c’è l’odore

Di brodo di cardone

Di vergogna tradizione

 

E mi perdo tra le case costruite dentro ikea

Ripensando a lei e a quell’odore di cera

Tra le stanze c’è una madre e un figlio

E a suo padre, lui, non guarda

Perché è vuoto e forse ha già bevuto.

 

Tra le urla c’è il silenzio

Quello che sussurra attento

Ogni volta che ho da fare

E rimane compassione

L’entusiasmo e l’emozione

La saggezza di ricominciare

 

E mi perdo tra le case costruite dentro ikea

Ripensando a lei e a quell’odore di cera

Tra le stanze c’è una madre e un figlio

Che a suo padre adesso parla

Perché ha trent’anni e come tutti sbaglia.

 

E mi perdo tra le case costruite dentro ikea

Ripensando a lei e a quell’odore di cera

Tra le stanze c’è una madre e un figlio

Che a suo padre adesso parla

Perché ha trent’anni e come tutti sbaglia.


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