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Poesie Emergenti: Entanglement di Maral


Entanglement

 

La verità è che non mi manchi.

Anche a distanza, ogni cellula di te danza in armonia con il mio corpo.

Non posso sentire la tua mancanza, siamo stelle della stessa pasta.

 

Maral




Il comportamento ondulatorio della materia previsto dalla meccanica quantistica è alla base di un sorprendente fenomeno, tipicamente quantistico, noto come entanglement (ovvero intreccio) che caratterizza gli stati quantici di sistemi fisici (microscopici) tra loro interagenti. Si può certamente affermare che l’entanglement quantistico rappresenta uno dei fenomeni più misteriosi, e tuttora sostanzialmente inspiegati, di tutta la fisica. In estrema sintesi, il concetto di entanglement è basato sull’assunzione che gli stati quantistici di due particelle microscopiche A e B (ma anche, in una certa misura, dei sistemi macroscopici) inizialmente interagenti possano risultare legati (appunto “intrecciati”) tra loro in modo tale che, anche quando le due particelle vengono poste a grande distanza l’una dall’altra, la modifica che dovesse occorrere allo stato quantistico della particella A istantaneamente avrebbe un effetto misurabile sullo stato quantistico della particella B, determinando in tal modo il fenomeno della cosiddetta “azione fantasma a distanza” (spooky action at distance).


 


Nulla di più diverso tra la fisica e la poesia. Io, personalmente, ho sempre odiato le discipline scientifiche. All’università siamo quasi in lotta, in combutta; gli umanisti sono poveri e mangiano alle mense comuni, quelli che studiano alle facoltà scientifiche a stento si dicono ciao nei corridoi. Stereotipi, chiaramente. Tutti.


Maral, nome d’arte di Maria Teresa Scafarelli, intitola una sua breve poesia entanglement. Come quel fenomeno quantistico diventato celebre qualche anno fa su Pinterest e come idea per tatuaggi.



Ma quel semplice titolo va oltre le spiegazioni dell’azione fantasma a distanza, evita di esaurirsi nei tatuaggi e negli sfondi su di un cielo stellato; poiché l’entenglement è solo il ponte per rivelare il vero senso della poesia.

Non mi manchi.

Non mi manchi ed è una rivoluzione in un mare di aforismi legati intimamente alla mancanza, al pezzo di carne che non c’è più, alle anime scomposte e mai più ricomposte, è il verso contrario a tutte le volte che un poeta ha scritto sì, mi manchi…

Ma subito giunge il secondo rovescio: non mi manchi, perché non sei mai andato via. La poesia prende due volte se stessa e muta, non si immobilizza, rompe ogni schema precostituito e si rivela in un’essenza che vada oltre un’equazione tatuata su di un braccio, che unisca il non dirsi ciao tra i corridoi con le mense popolari, che elimini ogni superficialità, che sia intorno le regole della meccanica quantistica o i versi che citano mi manchi.

E lo fa con uno scorcio aforistico, ribelle anche nella forma. Come un microsistema allontanatosi da un altro.


 

Maria Teresa Scafarelli fa tantissime cose, ed è un po’ difficile elencarle tutte, ma vi lascio qualche link per conoscerla meglio.






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