Immerso in quest'oceano di pensieri
Che, come onde, perturbano
il mare della mia anima.
E io, immobile, mi lascio trasportare
Ma non affogo...
assaporo la dolcezza della libertà
Salvatore Carillo

Due parole dell’autore
Ho scritto questi versi nella mia testa quest'estate. Ero a Paestum, stavo nuotando abbastanza lontano dalla spiaggia e mentre nuotavo vagavo con la testa fra ricordi passati, speranze future ed altre cose di questo genere; appena tornato a riva l'ho trascritta subito sul cellulare ed è rimasta lì fino ad oggi.
Recensione a cura di Irene Mascia
Il mare è una delle fonti maggiori di ispirazione poetica, probabilmente per una vastità che a tratti sembra incontrare il cielo senza mai toccarlo. Nei versi di Salvatore Carillo si intravede la sottile analogia tra l’incertezza dell’orizzonte e l’allontanarsi del futuro; le stesse onde del mare diventano pensieri e turbamento, sussulto, perturbazione, incresparsi dell’animo. Ma se a quel punto soccombere sembra inevitabile, avviene nel modo più dolce possibile: si diventa tutt’uno, la linea dell’orizzonte tra persona ed acqua si spezza, e la natura avvolge ogni cosa.
Insomma, un dolce naufragar, per citare l’Infinito di Leopardi; poesia che, mi rivela l’autore, è tra le sue preferite in assoluto.

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