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PoesieEmergenti: Antonio Semproni


Braccia e mani dei miei sono corde di altalena

ciondolo tra loro con le gambe e con la schiena

per vincere la forza di gravità sui miei fianchi

che vorrebbero volare tra gli uccelli a banchi

per atterrare su un albero e farci un nido

 

finalmente via di casa, caccio uno strido

deciso prendo la rincorsa e sbatto la porta

mi spicco dall’altalena e ricado con una storta.

 

Antonio Semproni 

(da “Rime in prima copia”, Controluna edizioni, 2020)



Sull'autore

Antonio Semproni (Tivoli, 1988) vive tra Tivoli e Roma. È scrittore nel tempo libero e avvocato nel tempo prigioniero. Ha pubblicato una raccolta di poesie in rima: Rime in prima copia, Controluna edizioni, 2020 (attestato di merito al Premio Lorenzo Montano 2022). Sue poesie sono apparse su vari blog (tra cui Niedern Gasse, L’Altrove – Appunti di poesia, Cartesensibili e Poeti Oggi).

Sull'opera

«“Rime in prima copia” (Controluna Edizioni, 2020) è un diario in rima. L’introspezione e il quotidiano dettano i miei versi, quasi sempre in prima persona. In alcuni mi accartoccio su me stesso (“la mia ombra è un corpo estraneo/che mi perseguita seppure me ne allontano”), mentre in altri cerco di spiegarmi per il volo (“mi faccio spazio tra i cigolii delle finestre, come il vento/mi faccio spirito che esce di qui e abita le foreste”) o almeno ci provo, perché alle volte goffamente mi inceppo (“spesso inciampo/questo presente morde come un crampo”) oppure “ricado con una storta”.

Ho dedicato diverse riflessioni alla precarietà – cifra del nostro quotidiano –, come quando sostengo che “vedo il mio futuro mentre lo scrivo/sull’etichetta delle vaschette in frigo/la scorta necessaria per mantenermi vivo” o vedo nel mio coinquilino un “redivivo precario/già ingombrante e soppresso come dinosauro”. Avverto come instabile anche la memoria, una “terra che crolla/sotto la frana si smarriranno gli antichi solchi/io lì a rimestare ciecamente per una zolla”.

A questa instabilità fa da contrappunto – e magari da antidoto –una sorta di mistica speranza che nasce dall’assurdo di questo mondo, come quando “scaglio una pietra sull’onda/scende muta come una tomba/che nessuno la prega eppure affiora una sirena”.»

 

 


La prima cosa che colpisce di questa poesia è la rima. La cadenza precisa, l'isosillabismo di quasi tutti i versi e la rima baciata sono i perfetti ingredienti per una filastrocca; ma non è semplicemente la sua struttura a suggerire una destinazione "infantile", quanto anche le stesse parole poste in posizione strategica, di rima appunto, perlomeno nella prima strofa: altalena/schiena, fianchi/banchi, nido...


Ma non c'è niente di infantile, e non c'è niente di filastrocca. Nido rima con strido. A separarli un capoverso maggiore, uno stacco di strofa. Il tono della lettura si spezza, si interrompe, sospende il fiato. Così tutti i pezzi della poesia tornano al suo posto, così dietro le parole più rassicuranti e gentili, legate alla spensieratezza della fanciullezza, si legge a caratteri sottili una patina inquietante di ambiguità. È lo strido: lo strido che si avverte nelle orecchie quando si capisce di star crescendo, il clamore sordo del senso di colpa e della bellezza del voler scendere dall'altalena. È lo strido che rima con nido, ma che tenta di distanziarvisi; che ne vuole costruire un altro, lontano da quelle certezze che l'hanno sempre costituito.


La poesia si chiude con un'ulteriore coppia di rime, ma a concluderla c'è una parola che è tutt'altro che infantile, tutt'altro che di filastrocca: storta. La storta che si prende alle caviglie giocando a calcio nei giardini; la storta che è la storta di un bambino che entra, per la prima volta, in un mondo diverso.

Non si sa se tornerà indietro, se vorrà risalire sull'altalena; se si confronterà con quella precarietà di cui l'autore ama parlare nel suo libro, se invece recupererà quella speranza scritta in calce tra le pagine. Non si sa se penserà che di quella storta, in fondo, ne è valsa la pena.

O forse, noialtri, lo sappiamo.

È solo che non ce lo siamo mai davvero chiesti.

 

Se vuoi leggere altre poesie di Antonio Semproni, puoi sempre acquistare il suo libro ;)


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