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PoesieEmergenti Juniores: Vedo la Guerra di Rossella Caiazzo


Vedo la guerra in televisione

Scorrono immagini violente

Vedo corpi sull’asfalto

Il mio cuore si gela

Ascolto la guerra

Chi è scappato dall’inferno

racconta dei propri cari feriti

O che non ci sono più.

Tocco la paura che è nei loro occhi

e adesso nel mio cuore

Mi chiedo: che senso ha la guerra?

Nessuno. Nessun senso .

Mai.

Mi chiedo: che senso ha la pace?

Ha senso. Ha moltissimo senso.

Guardo le persone negli occhi,

Perché la guerra più non c’è.

La pace fa star bene.

Guardo la TV, esco di casa,

Perché la guerra più non c’è.

La pace rende liberi.


Rossella Caiazzo



Rossella Caiazzo, classe IC dell'IC D'Aosta,

primo premio al concorso di poesia per le scuole "DiVersi" indetto dall'associazione FIDAPA


 

Ho scelto un'immagine che ho scattato personalmente, senz'altro non particolarmente bella o a impatto ma che, nel suo complesso, mi ha sempre lasciato un senso di malinconica speranza: ero a Roma in occasione di una marcia per la pace, insieme a 10000 persone. Tra queste diecimila, una madre si ferma e annoda un'enorme bandiera per la pace sulle spalle di suo figlio, così che sembri un po' un supereroe. L'ho sempre trovata un'immagine poetica, l'immagine di una madre che prova a trasmettere al figlio un valore universale, apolitico, apartitico, il più semplice e meraviglioso tra tutti.


Ho scelto questa immagine poiché mi ha ricordato questa poesia. E non perché Rossella sia una ragazzina, in ogni caso non è questo il punto: ma perché con parole semplici, semplici quanto il gesto di annodare una bandiera, è stata capace di mettere a tacere un'intera logica di pensiero bellicista e di prendere la parola in un mondo ancora intento a discutere chi tra una fazione e l'altra abbia ragione, dimenticandosi che tra l'una e l'altra ci sono le persone, i corpi sull'asfalto, i cari feriti o che non ci sono più. Questa immediatezza di linguaggio, che sviscera l'esperienza della guerra fino alla crudezza, si rivela nel finale con quella speranza che, prima, ho definito malinconica: è malinconica, poiché fattuale, realistica, eppure apparentemente irrealizzabile perché taciuta da chi è convinto che la poesia non cambi il mondo.


Premiando Rossella e le sue compagne ho detto, causando un po' di gelo nella stanza, che la poesia non serve a niente. E non parlavo solo di soldi o di opportunità lavorative: anzi, facevo il verso alla schiera degli zittiti da questa splendida arte, chi con le più brillanti capacità argomentative crollerebbe nel definire la guerra "necessaria" di fronte questi versi vincitori e preferirebbe dire che la poesia non serve a niente. E anche posto che avesse ragione, Rossella ha dimostrato che a volte, fare una cosa come scrivere dà voce alla realtà, alle persone, all'umanità, alle madri che legano le bandiere della pace sulle spalle dei figli; e malgrado la sua giovane età, ha compreso davvero come va il mondo, perché d'altronde il mondo è semplice da comprendere - tutto il resto è una sovrastruttura fittizia per cui, talvolta, servono le cose che non servono, come la poesia, per svelarne la realtà. Insomma, grazie a Rossella, grazie alle sue compagne, per me che scrivo è ancora più chiaro tutto questo.

La verità è che anche io, talvolta, ho bisogno che la poesia di una ragazzina mi ricordi qualcosa.

Irene Mascia



















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