PoeticaMENTE è la poesia voce della verità. È uno spazio dedicato ai poeti di Poesie Metropolitane e ai loro versi di denuncia, sempre in prima linea contro ogni ingiustizia.
Perché arte, bellezza e poesia cambieranno il mondo.
Questa settimana Donatella Garnero e una delicata analisi di una vita omosessuale, dei dolori e dell’orgoglio che porta con sé.
Biografia
Donatella Garnero (nata il 20/10/1964) da sempre vive a Torino, città natale.
Ha intrapreso studi umanistici frequentando la Facoltà di Lettere e Filosofia, per poi inserirsi nel mondo aziendale, dopo un percorso di formazione nel campo del Marketing Internazionale. Nel 1996, dopo l’esperienza della maternità, ha deciso di riprendere gli studi universitari e di affrontare le varie tappe che la porteranno nel 2000 a conseguire il titolo di Assistente Sociale, professione che svolge da circa 20 anni presso l’Ente Comunale.
Appassionata di letteratura e di arte, da sempre utilizza la parola scritta come canale privilegiato per esprimere riflessioni e sentimenti.
La scrittura è anche uno strumento professionale.
Da qualche anno ha iniziato a scrivere in maniera più assidua racconti e poesie, partecipando a vari Concorsi, in aggiunta a qualche articolo pubblicato su riviste di settore.
Nel 2019 si è classificata al terzo posto al Concorso letterario “Vicini”, con il racconto “Corpi Contundenti”. Si sono susseguiti poi altri premi e riconoscimenti.
E’ risultata tra i finalisti del Concorso “Il Federiciano 2020”, con la poesia “Metamorfosi” che è stata pubblicata nell’Antologia “Amaranto”. Inoltre recentemente ha ottenuto diverse segnalazioni di merito per le opere presentate.
Recentemente ha pubblicato la sua seconda silloge poetica “Ritratti di fragili esistenze - Un vissuto e mille volti nel cuore”, ispirata al lavoro svolto per anni al Front Office del Servizio Sociale e all’incontro con la vulnerabilità umana, nelle sue varie espressioni e forme.
Tirassegno
Virtuosa umanità incenerisce chi, come te, avverso ai baci di donna, ama invece il profumo della sua stessa pelle. (Indossi pellicce e grandi anelli nelle dita, fino all’eccesso di un’ostentata vanità, sul palcoscenico del tuo istrionico teatrare) Omofobi tiranni ti fanno tirassegno dei loro giochi. Parassiti travestiti da amanti fan di te bottino. Il coltello affilato della notte scava dentro il tuo dolore. Lo sento vibrare nel tuo alito che sa di vino. Ma il vaso infranto nella culla si può riparare. È tempo di assolvere quel grembo sterile che ti ha nutrito. E’ tempo di frantumare il macigno che preme sul cuore,
liberare il pianto, estrarre la perla e il suo splendore muto. Donatella Garnero
Comments