Matteo è un volto conosciuto di #PoesieEmergenti, un autore diretto, semplice, che scrive la sua arte in versi brevi e concisi, la dimostrazione che non sempre bisogna entrare nei meandri più complessi della letteratura per comprendere la realtà della poesia. Mentre sogna di pubblicare ciò che scrive, non smette mai di migliorare la sua penna.
Nessuno legge d’estate. È paradossale, vista l’ingente quantità di tempo libero che ci viene concesso. Le visualizzazioni del blog sono calate a picco; sono tempi duri per lo scrittore del post-covid che vede tutta la sua platea (giustamente) su barche, isole, spiagge. E non si può nemmeno trovare una colpa, perché effettivamente colpe non ci sono: in fondo, è in vacanza anche lui.
Quindi oggi ho deciso di dare un’attenzione particolare ad un vero e proprio viaggio che Matteo ci fa fare nella zona della costiera amalfitana che l’ha cresciuto ed allevato. Come il figlio dell’imperatore da cui prende il nome, Tiberio Nerone, figlio di Ottaviano.
Se passaste per Nerano (che è, tra parentesi, meravigliosa), ricordatevi di questo ragazzo. E di questa lirica di fratellanza ed unione... Perché chi abita sul mare è fatto così. Perché è abituato a voler unire, e non dividere.

Qui
dove la fiumana del progresso
il suo cammin sospende,
dove al crepuscolo tutto tace,
tutto è quiete e nulla è tempesta,
tutto è puro e nulla è mistificato,
tutto è ben percepito e nulla è travisato.
il mare è la lingua di costoro
unica ricchezza e bene supremo umano,
costei che dal figlio del primo imperator
romano prendesti il nome,
attiri senza esitare tutte le genti di ogni dove,
cedono così mille muri e frontiere.
Ogni pensiero, ogni preoccupazione
tutto è evaporato di fronte a così tanta
beatificazione.
A te mia dolce Nerano,
la quale, hai accolto questo bambino in fasce
ed è diventato uomo,
ora, non ti rinnega e non ti abbandona,
ti difende dai malparlieri e pregiudizi.
Egli ti ama...
Matteo Pinto
Per leggere le altre poesie di Matteo:
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