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Leonardo e il Genio del Volo - Mostra al Teatro Eschilo di Gela

Ali di Icaro.

Il 2 maggio è stata inaugurata la mostra “Leonardo da Vinci e il genio del volo” al Teatro Eschilo di Gela.

No, non si tratta di un errore: gli organizzatori della mostra, Loredana Lauretta e Francesco Longo, hanno avuto la brillante idea di celebrare il genio di Leonardo all’interno di un teatro che sprizza storia da tutti i pori, anzi, pareti. Trova così spazio l’idea secondo cui l’arte e la recitazione non siano così distanti, ed è proprio il loro connubio a permettere l’umanizzazione di mostri del calibro di Leonardo da Vinci e di due delle sue “Madonne”, la Monna Lisa e la Dama con l’Ermellino. I visitatori della mostra possono vedere con i loro occhi tali personaggi, che prendono il volto degli attori Orazio di Giacomo e Luigi d’Aparo (entrambi nei panni di un Leonardo ironico e saccente), di Adriana Cinardo e Valeria Cammalleri (entrambe nei panni di una Monna Lisa irriverente, a tratti buffa) e di Adriana Tuzzeo (nei panni di un’altezzosa Dama con l’Ermellino).




Saranno proprio loro a passare il testimone alle guide Dario Romano, Anna Nardo, Noemi Cuvato e Valeria Gennuso che illustreranno le 18 macchine in esposizione, realizzate dal gruppo di studiosi “Artes Mechanicae”, riguardanti gli studi sul volo e sull’ingegneria di Leonardo, a sua volta ispiratosi agli studi di Vitruvio – architetto e scrittore romano – ed Erone – ingegnere e inventore alessandrino. Il genio di Leonardo consiste proprio nell’aver trasposto su carta le idee di questi ultimi con dei disegni fedelissimi e precisi nel dettaglio. È stato grazie a questi bozzetti se l’ingegneria moderna ha potuto fare dei giganti passi avanti: il lavoro certosino del maestro Leonardo è stato la base per la realizzazione delle automobili – vedi “riduttore a tre velocità” – e degli aerei – vedi “grande ala” – solo per citarne alcuni.



Grande Ala. La struttura ricorda le ali dell’aereo

Riduttore a tre velocità. Girando la manovella i tre ingranaggi si muovono a velocità diverse in base alla grandezza dei “denti” di ciascun ingranaggio. È il meccanismo della bicicletta e del cambio delle automobili.


Odometro. Permetteva di misurare la grandezza delle città.


Vite aerea. Antenata dell’elicottero. Si basa su ciò che oggi in fisica viene definita comprimibilità dell'aria: spingendo le manopole, la teladi lino “si avvita” a spirale nell'aria, comprimendola e sfondandola, come le eliche di un elicottero.

 

Martello a camma.Ruotando semplicemente la manovella si poteva lavorare il ferro riducendo al minimo la fatica.


Scavatrice. Evoluzione della scavatrice con saliscendi. Alla base ha una struttura a rotaie che permette di spostare la macchina, la quale fungeva a sollevare materiale pesante attraverso l’uso di due carrucole (braccia). Ai lati troviamo delle scale e sulla sommità una piattaforma dove venivano collocati degli animali pesanti, come dei buoi, per fare da contrappeso.

 

(Scatti di Santo Savoca)


Non resta nulla da aggiungere se non che questa mostra è un orgoglio per la città di Gela e per l’intera Sicilia, che accoglie un progetto di tale portata mai visto prima e che sicuramente giova all’immagine di una terra troppo spesso martoriata da notizie di cronaca nera che, per fortuna, non sono l’unica realtà esistente.

Il Teatro Eschilo di Gela ospiterà la mostra fino all’11 giugno, dalle 9 alle 13, dalle 17 alle 21.

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