L’ACCUSA SEGRETA
Le ferite aperte
che ti porti dentro,
sono l’accusa segreta del tuo malessere.
Ricrei putrido
dal cloro delle piscine
e muffa
dalla frutta fresca.
Tutto ciò che ti tocca dentro
perisce
più velocemente che altrove,
perché nulla sopravvive
al contatto funesto con la tua morte interiore.
Anita Biondi
Due parole dell’autrice…
L'accusa segreta è il dolore più intimo e vicino al cuore, nascosto dalla nostra censura cosciente come accade per i sogni. Il male trapela come acqua, infiltrandosi nei nostri sentimenti e facendoli appassire.
Il componimento è dunque molto personale, quasi come se per un momento il mondo esterno smettesse di esistere. L'unica entità persistente è il biasimo del perdente.
L'immagine legata ai miei versi è l'omonimo dipinto di Francesco Hayez, perché questa poesia per me rappresenta il gesto razionale della vendetta contro me stessa, la rabbia nell'aver tradito i miei stessi ideali. Rappresenta la redenzione dai miei errori dopo aver causato un infinito dolore a chi mi ha toccato dentro in profondità.
Siamo circondati di mostri senz’anima e senza cuore. Ma cosa fare quando la cosa più cattiva che conosci vive sotto le tue costole?
Anita Biondi descrive con pochi versi e un dipinto cui si ispirano il dolore dell’accettazione di sé e delle proprie parti marce. Le parole danno l’idea del putrido, sono apre nelle assonanze e, giustapposte, costruiscono come mattoncini un’accusa che smette di essere segreta, entra nel pulsare infinito dell’inchiostro, si scatena su penna. L’autrice si cala nella sua poesia come un battesimo laico; finalmente, mettendo su carta l’essere verso il quale vorrebbe essere boia e censore, riemerge da se stessa. E può dire di aver vinto lei.
Irene Mascia
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