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PoesieEmergenti: Verrà quel Giorno di Rosario Papa

VERRÀ QUEL GIORNO

 

Verrà un giorno in cui

L’usignolo smetterà di cantare,

quel fiore cesserà di fiorire e

quel bambino di esser gaio.

Verrà un giorno in cui

I fiumi cesseranno di scorrere,

l’odore del pane appena sfornato

Non metterà al mondo ricordi d’infanzia,

in cui le onde del mare

saranno arginate da una conchiglia,

in cui la terra ci mancherà sotto i piedi

e il cielo sarà troppo vicino per evitarlo.

 

Verrà quel giorno e sarà diluvio :

Diluvio, diluvio, diluvio

Sui nostri capi stesi ad asciugare,

sulle nostre vite indaffarate

sul tuo timido e ingenuo

annusare i fiori che trovi

li ad aspettarti sul tuo cammino.

Diluvio sul mistero dei tuoi occhi

Che conobbi quella sera.

Diluvia e continuerà a diluviare,

Perché la vita è fatta di pioggia

Ed io sarò la tua seconda pelle

Così la tua non si potrà mai bagnare.

 

Verrà quel giorno

E noi resteremo fermi:

Un punto in mezzo all’universo.

 

Rosario Papa


 

Biografia

Rosario Papa nasce ad Agropoli il 5 novembre del 2000. Si diploma presso liceo scientifico Alfonso Gatto e in seguito si iscrive alla facoltà di Lettere Moderne presso l’Università degli studi di Salerno. Si avvicina al mondo della poesia in tenera età e nel 2017 vince il premio Alfonso Gatto, l’anno successivo invece riceve al medesimo concorso una menzione d’onore. Negli anni successivi le sue liriche sono inserite in due antologie della Nuova Accademia dei Bronzi. Nel 2022 vince il Premio Speciale alla ventottesima edizione del Premio Ossi di Seppia.

Nell’Aprile 2022 pubblica la sua prima raccolta poetica edita da Controluna edizioni di poesia dal titolo “Tra Amore e tormenti “


 

Arriva per tutti il giorno in cui diluvia. Giunge causale, improvviso; l'odore di pioggia copre quello del pane, la terra sprofonda e le immagini catastrofiche, che Rosario Papa delinea in climax nella prima strofa e mezza, diventano sempre meno poesia e più realtà.


Dello scrittore ho letto l'intera opera - ho perfino curato la prefazione. Ho amato la sua penna e la sua capacità catartica attraverso il potere strabiliante delle parole, che man mano si affina, man mano che cresce. Il punto di forza di questa lirica - inedita - sta nel giocare con questa capacità dopo aver creato le stesse condizioni necessarie a vederla verificarsi; al climax non corrisponde un anticlimax, non si scendono le scale che si sono appena salite, nemmeno ci si precipita gradualmente da una montagna, fermandosi a guardare il panorama. Anzi, direi di più: nemmeno le nuvole scompaiono, il cielo s'allontana e si avvicina la terra o riprendono a cantare gli usignoli. Il "verso positivo", quello che amo sottolineare al termine di ogni poesia, non è davvero positivo; si stende lento come la consapevolezza più difficile, la consapevolezza di essere solo un punto.

Ed è così che la catarsi avviene.


L'autore non è preoccupato per sé ma per chi ha di fronte; non teme la pioggia, teme solo che l'altro si bagni; sa che nessun punto può cambiare il corso del cielo, ma non è davvero un problema. Perché se all'universo non frega niente di un punto, al punto importa di essere stato la pelle di un altro.


Sollevata la penna dal foglio, niente è davvero al suo posto e non ha smesso di diluviare: forse, è meglio così.


Irene Mascia


 

Visto che ho parlato dell'opera di Rosario per cui ho anche scritto la prefazione, non posso che lasciarvi il link di acquisto e consigliarvela personalmente. Mi ha davvero fatto emozionare, va giù molto velocemente ed è un incredibile viaggio a cui l'autore ci ha solo ammessi partecipi. E io non posso che essermi sentita onorata di aver preso parte a questo progetto, di aver ricevuto questa confidenza; meno di questo, la poesia non è niente.




Per qualsiasi aggiornamento, vi lascio anche l'Instagram dell'autore: https://instagram.com/_pa_rox_?igshid=YmMyMTA2M2Y=

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